Per Piazza Affari è stata una seduta debole, ma clamorosa per una condivisione

Per Piazza Affari è stata una seduta debole, ma clamorosa per un titolo.

In borsa era la tipica giornata climatica di Ferragostan. Bassi volumi di scambio, pochi acquisti e, anzi, poche vendite. Ma coloro che lo hanno fatto hanno abbassato gli indici, sebbene le diminuzioni complessive siano state contenute.

Una giornata che ci fa capire cosa succederà nelle prossime sedute. E questo non ci ha privato di sorprese tra i titoli, soprattutto quelli a media capitalizzazione. Per Piazza Affari, infatti, è stata una seduta debole, ma clamorosa per un titolo azionario.

Diamo uno sguardo a quello che è successo nella sessione odierna per individuare alcune cose utili per capire cosa può succedere la prossima settimana.

Piazza Affari ha sofferto e probabilmente lo farà di nuovo la prossima settimana

È stata una seduta debole, sia sul listino milanese che sul resto degli scambi del Vecchio Continente. Non sono stati visti acquisti o sono stati visti pochi. E le poche vendite hanno accentuato i ribassi. L’indice Ftse Mib (INDICE FTSEMIB) ha aperto la sessione al ribasso ei prezzi dopo due ore hanno testato il supporto a 19.800 punti. Esattamente come avevamo ipotizzato in un precedente articolo. Ma la reazione è stata immediata ei prezzi hanno subito riguadagnato l’area sopra i 20mila punti. Alla chiusura, l’indice delle blue chip ha chiuso in ribasso dell’1,1% a 20.028 punti.

Per Piazza Affari è stata una seduta debole, ma clamorosa per una condivisione

Inutile dire che tutte le vendite sono state realizzate a scopo di lucro. Molti ceduti non solo per mantenere aperte le posizioni nel weekend, ma anche in vista del prossimo, previsto anche ad agosto. Con questi chiari di luna, chi va in vacanza preferisce che il proprio portafoglio azionario sia vuoto.

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Non a caso le vendite hanno raggiunto in particolare i banchieri. Proprio questi titoli che si sono comportati bene nelle sessioni precedenti. Coloro che li avevano nel portafoglio hanno ritenuto opportuno vendere e monetizzare. Solo Unicredit ha resistito. Aspetto, consiglia di tenere d’occhio l’azione della prossima settimana.

Ma se tra le blue chip chiudono solo due titoli (Unicredit, appunto, e Telecom Italia), tra le mid cap, Isagro, del 10%, ed Esprinet, del 5%, fanno grandi balzi.

Vola Esprinet, alla fine di una settimana fantastica

Esprinet ha sigillato una settimana incredibile, chiudendo un vuoto il 9 marzo e chiudendo sui massimi degli ultimi 5 mesi. Il titolo sembra sulla buona strada per raggiungere i massimi di metà febbraio, a 5,6 euro. Obiettivo a portata di mano se supera prima i 4,8 euro poi la soglia psicologica di 5 euro. Attenzione ai ritorni di prezzo inferiori a 4,5 euro, che porterebbero Esprinet a 4,0 euro.

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