soldi tutti al Nord. La mancanza di città d’arte

Prima Nord, anche in agosto. Solo 9 città da sud (su un totale di 29) potranno infatti accedere agli oltre 500 milioni di euro di indennità a fondo perduto previste per le attività commerciali delle città d’arte colpite dal calo dei turisti stranieri. I criteri adottati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo penalizzano il Mezzogiorno.

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Questi parametri, sulla base di dati statistici, non solo hanno finito per vedere Verbania più meritevole Roma o Napoli, ma soprattutto escludere intere regioni (come Umbria e Calabria) e città che sono un fiore all’occhiello del turismo made in Italy. Ad esempio, tra tutti i centri storici della Puglia, l’unico ammesso tra coloro che hanno diritto al bonus è Bari, quindi non c’è posto per gli imprenditori tarantini, né per quelli leccesi. Al contrario, sono ben 20 le città d’arte del centro-nord che potranno accedere agli “aiuti mirati” voluti dal ministro Dario Franceschini e in casa direttamente sulla Gazzetta Ufficiale.

Si discute quindi del curioso metodo utilizzato dal ministero per selezionare le città d’arte aventi diritto ai fondi. Il calcolo utilizzato dal Mibact comprende, infatti, i capoluoghi di provincia e le città metropolitane che, secondo l’Istat, hanno registrato una presenza turistica tre volte superiore al numero di abitanti del 2019, ovvero i capoluoghi di provincia delle città metropolitane. che ha ospitato numerosi viaggiatori. uguale a quella dei residenti. Un sistema complesso che “abbiamo adottato per individuare un certo numero di centri urbani sui quali avere effetti immediati in termini economici” ha spiegato con un certo imbarazzo il ministero, sostenendo che “il provvedimento era limitato e che serviva un parametro” . “Chiaramente – aggiungono – Verbania in termini di presenze assolute è sotto la capitale mentre in percentuale è sopra Roma”. A riprova che la statistica può ingannare e soprattutto penalizzare.

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Quello che non si capisce è perché questa riflessione non sia mai stata fatta dal ministro. Grazie a questo calcolo e alla scelta di escludere alcune tipologie di comuni, un centro come Sassari, ad esempio, resta tagliato fuori nonostante tra le città della sua provincia ci sia Alghero o Arzachena che annoverano tra i suoi turisti circa il 70% dei presenze straniere ogni anno, più o meno come Roma e Milano. E resta anche Messina fuori dalla quale, compresa Taormina nella sua città metropolitana, è una delle mete più ambite raggiunte dai viaggiatori non italiani. A metterli in svantaggio in questo caso sembra essere il mancato riconoscimento dello status di metropoli come Alghero, ad esempio, ha più abitanti e più turisti di Verbania. La classifica creata ad hoc dal Mibact è quindi un’evidente semplificazione statistica dello scenario turistico italiano e, come tale, non riflette la complessità del settore. Sono infatti 6 le regioni escluse dal contributo che copre fino al 20% del fatturato (massimale di 150mila euro) per le aziende che hanno subito un calo di almeno un terzo rispetto all’anno precedente. , e sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise, Abruzzo e Calabria.

Un caso estremo è ad esempio rappresentato da Perugia, il capoluogo dell’Umbria, che secondo le stime dell’istituto Demoskopica sui dati di Banca Italia e Istat, è il più penalizzato in termini assoluti dell’intera penisola in termini di presenza turistica (circa il 50% in meno). Una specificità che Mibact non considera però dannosa per i commercianti: “È vero che alcune città d’arte non avranno accesso al bonus – spiegano – ma ciò non significa che verranno abbandonate perché potranno beneficiarne altre misure previste dal decreto di agosto “. Se le statistiche lo consentono.

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Ultimo aggiornamento: 01:00


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