Trump ha promesso al presidente cinese Xi Jinping la scorsa estate che avrebbe taciuto sulle misure antidemocratiche sul territorio mentre negoziavano un accordo commerciale, nonostante la firma una nuova legge sulle sanzioni potenzialmente destinato alle autorità cinesi e di Hong Kong. A novembre, Trump ha affermato di essere stato al fianco dei manifestanti democratici di Hong Kong, ma “Sono anche con il presidente Xi, è un mio amico”.
Le cose sono diverse ora che Trump ha identificato la Cina come capro espiatorio per una pandemia che ha ucciso quasi 100.000 americani. “Tutto viene dall’alto. Avrebbero potuto facilmente fermare la peste, ma non l’hanno fatto”, ha twittato la scorsa settimana. Rivolgendosi al sentimento anti-cinese, la sua amministrazione ha definito “disastrosa” la controversa nuova legge sulla sicurezza e mentre Hong Kongers scappa in strada per protesta, Trump potrebbe andare in punta di piedi verso una rottura con Xi.
Due domande sorgono mentre crescono i timori di una nuova guerra fredda: in primo luogo, per quanto tempo il compagno di Trump con Xi è compatibile con il suo assalto totale alla Cina? In secondo luogo, il Presidente ritiene ancora che la salvaguardia dell’accordo commerciale sia cruciale per le sue speranze di rielezione? Le risposte daranno forma al modo in cui gli Stati Uniti si trasferiscono a Hong Kong, tra le chiamate al Congresso per un’azione ferma. Un’ultima sanzione rimane nell’arsenale di Trump: la revoca dello status commerciale speciale di Hong Kong negli Stati Uniti, che potrebbe svuotare il suo ruolo di centro finanziario internazionale.
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