Sempre più restrizioni alla libertà di movimento in Europa, continente al centro della ‘seconda ondata’ del coronavirus, che inizia a far paura non solo per l’aumento dei casi, ma anche per il numero di persone ricoverate, ricoveri in terapia intensiva e (soprattutto in Francia e Spagna) anche decessi.
La Spagna resta il Paese più in crisi: queste ultime due settimane qui Sono morti825 persone, in media 60 al giorno, e le sale di rianimazione ospitano già 1.331 dei 10.000 ricoverati per Covid. È particolarmente brutto nella regione di Madrid: ieri la presidente della Comunità Isabel Díaz Ayuso ha annunciato in una drammatica conferenza stampa l’entrata in vigore di nuove misure pesanti, “perché dobbiamo evitare a tutti i costi una nuova chiusura totale. e un disastro economico “. Il governo regionale ha così creato 37 zone rosse dove il tasso di contagio ha superato il mille per 100.000 abitanti (in Italia, per confronto, è 33), e che interesserà 850mila persone, molte delle quali nelle zone più povere della capitale. Da lì non si entra né si esce, se non per motivi di lavoro o di estrema necessità; le riunioni di gruppo sono limitate a 6 persone, i parchi saranno chiusie la capacità di tutte le attività commerciali sarà limitata al 50%.
Non è ancora un vero e proprio blocco, ma alcuni esperti temono che “sarà presto necessario” poiché il Paese non è stato in grado di tracciare efficacemente le infezioni e aderire a determinate regole. E le conseguenze sono già visibili negli ospedali: a Madrid ci sono più di 400 persone in terapia intensiva, i reparti sono al 64% della capacità e una fila di tende d’emergenza è tornata all’ospedale da campo di Madrid.
Anche il Regno Unito non esclude un’ulteriore chiusura totale, dove i casi sono saliti alle stelle a quasi 5.000 al giorno (+ 32% dalla scorsa settimana), e giovedì la mobilità di 10 milioni di persone è stata ridotta, soprattutto nel nordest del Paese: ha detto ieri il ministro della Salute Matt Hancock a Sky News questa “Questa è l’ultima linea di difesa” prima di chiudere tutti in casa, ipotesi “che bisogna evitare tutti insieme, ma quella saremo pronti a implementare se necessario “. Come già faceva Israele alla vigilia delle festività ebraiche.
Anche in Francia (122.000 casi nelle ultime due settimane e 409 decessi) la situazione è peggiorata: il record di giovedì di nuovi positivi dall’inizio della pandemia, più di 10.600 (con un cluster nell’affollata università della Sorbona ), e adesso “un aumento dei decessi ”, secondo i rapporti del governo, è raddoppiato rispetto alla settimana precedente. Il più grande istituto sanitario francese ha approvato l’uso dei test della saliva per le persone con sintomi ea Nizza sono entrate in vigore le restrizioni già in vigore a Marsiglia e Bordeaux.
Preoccupano anche i file Repubblica Ceca, Danimarca, Olanda: quest’ultimo, ha detto il premier Mark Rutte, sta studiando “misure regionali” dopo i quasi 2.000 casi di giovedì, molti nelle maggiori città. Anche la Grecia è pronta per pressioni su Atene.
18 settembre 2023 (modifica il 18 settembre 2023 | 23:01)
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