Rete unica per la banda larga, via libera dai consigli di amministrazione di Tim e Cdp. Dall’assistenza sanitaria agli oggetti intelligenti, come sta cambiando la connettività italiana

MILANO – Il consiglio di amministrazione di Tim ha votato a favore sono attesi i punti all’ordine del giorno che aprono la strada alla creazione di un’unica rete ad altissima velocità in Italia. Da quanto si apprende, il consiglio di amministrazione dell’ex monopolista ha dato all’unanimità il via libera al memorandum con Cassa depositi e prestiti e alla creazione di FiberCop. A sua volta, il consiglio di amministrazione di CDP (che è in gioco come azionista di Tim e titolare del 50% di Open Fiber) ha approvato la lettera di intenti con Tim per arrivare alla dotazione dell’Italia. un’unica infrastruttura di connettività a banda larga. .

Tim ha quindi avviato l’accordo con il fondo americano Kkr e Fastweb per la creazione di FiberCop: questo sarà il primo nucleo dell’azienda che verrà poi trasformato in AccessCo, la società di rete unica. Per il momento la rete Telecom secondaria andrà a FiberCop, quella che, dagli armadi in strada, raggiunge le abitazioni delle famiglie ed è basata su filo di rame, poi si estenderà anche alla rete in fibra Open. Fibra e alla stessa spina dorsale di Tim. In FiberCop ci saranno quindi, inizialmente, dietro Tim, il fondo Kkr (che investirà fino a 1,8 miliardi), e Fastweb con il 4,5% dopo il trasferimento del suo 20% di Flash Fiber, una joint avventurarsi con l’ex monopolista delle Tlc per cablare una trentina di città.

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Dal progetto Socrates ad AcessCo è passato un quarto di secolo: se l’idea di cablare l’Italia nel 1995, sostenuta da Ernesto Pascale, era avveniristica e quindi appariva rinviata, quella di realizzare l’unica rete che nasce oggi da led Telecom. di Luigi Gubitosi è ormai diventato fondamentale per coprire il digital divide e portare la fibra in tutta Italia.

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La rete unica, se riuscirà a dare la svolta definitiva al progetto di connettività che ha compiuto i maggiori passi in avanti da quando operano due concorrenti, permetterà alla città di diventare intelligente, collegando sicurezza, servizi e mobilità urbana. La burocrazia dovrebbe essere snellita, con una gestione più semplice di dati personali, registro, documenti, tassazione. Verranno facilitati i pagamenti elettronici e con essi il progressivo calo dell’utilizzo del contante, tema su cui anche il dirigente sta scommettendo con vari bonus: dovrebbe aumentare la sicurezza, diluire i furti, diminuire l’evasione fiscale.

Tutto il mondo dell’istruzione farà passi da gigante: scuole, registri elettronici, pagelle, compiti a casa, ma anche ricerca di alto livello tra università, nuovi contenuti e corsi saranno alla portata di tutti. Anche il mondo dei contenuti informativi, della musica e dei video, che è già stato rivoluzionato, accelererà ulteriormente poiché la televisione e la musica saranno sempre più apprezzate “in streaming” dagli utenti. Grazie alla fibra si accorciano le distanze: telemedicina, smart working e tutte le nuove applicazioni necessarie per abilitarlo potranno svilupparsi nel settore sanitario. Inoltre, con l’avvento degli standard mobili di quinta generazione (5g), i cui test inizieranno a Milano a fine anno, grazie ai collegamenti in fibra delle antenne e delle piccole celle, sarà possibile collegare una miriade di oggetti sulla rete che possono parlare tra loro. di loro. Si tratta quindi di una base necessaria per lo sviluppo dell’Internet of Things, la possibilità di far dialogare in rete elettrodomestici, domotica e telecamere di sicurezza. Tecnologie che hanno anche un’importante implicazione nel facilitare un uso più efficiente delle risorse energetiche.

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La rete unica non solo porterà l’Italia e le sue imprese nell’era digitale, ma consentirà di ridurre i costi aumentando le sinergie. Gli operatori di telefonia, come per le Telecomunicazioni ma anche per Open Fiber, sono gli unici in grado di supportare gli investimenti necessari, ma poco utilizzati dagli utenti finali perché molto costosi. Con la nascita di AccessCo, la società che centralizzerà la rete, potranno concentrare sia gli investimenti privati ​​che i 6 miliardi di risorse del fondo di recupero che il governo intende raccogliere per spingere la digitalizzazione del Paese. Un’enorme quantità di risorse per accelerare gli investimenti e passare all’era digitale.

Tuttavia, rimangono importanti percorsi per arrivare a questo tavolo. Se la lettera di intenti per creare AccessCo è oggi, nel mezzo di fusioni, integrazioni e autorizzazioni, è probabile che le reti saranno integrate e fisicamente connesse non prima del 2023. Nei piani iniziali di Telecom per FiberCop, il società di rete secondaria inizierà a generare flussi di cassa – e quindi avrà realizzato sia gli investimenti che la graduale migrazione dei clienti dal rame alla fibra – nel 2025. Resta solo da sperare che unendo le forze tra Telecom e Open Fiber, sotto la direzione di CDP e con la collaborazione di tutti gli operatori, il processo è ancora più veloce.

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