Ecobonus auto, cambiano i gruppi di motivazione: la novità

Dopo che i primi 50 milioni stanziati con il decreto di stimolo sono evaporati in meno di una settimana, il governo ha deciso di farlo rifinanziare l’auto Ecobonus. E, questa volta, i fondi dovrebbero essere più che sufficienti per arrivare alla fine dell’anno. Almeno l’esecutivo lo spera.

Con il decreto di agosto, recentemente timbrato dalla Ragioneria dello Stato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il governo ha assegnato 500 milioni di euro per favorire il rinnovo della flotta e mobilità a zero emissioni. Parte di quella cifra (90 milioni, per l’esattezza) può essere utilizzatainstallazione di colonne “domestiche” per caricare le auto elettriche. In questo modo chi acquista un’auto a zero emissioni può ricaricarla velocemente anche nel proprio garage.

Con il nuovo provvedimento, l’esecutivo ha modificato anche il funzionamento dell’Ecobonus auto 2023. Nello specifico, con il decreto di agosto, le bande di emissione sono state riviste che danno diritto ad un incentivo economico per l’acquisto di autovetture nuove. Chiunque abbandoni un’auto con più di 10 anni ne trarrà vantaggio sconto massimo di 10mila euro sull’acquisto di un’auto elettrica, mentre le gamme “superiori” sono state leggermente riviste.

Secondo il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale, i modelli che possono beneficiare dell’Auto Ecobonus sono i seguenti:

  • da 0 a 20 grammi di CO2 per chilometro (ecoincentivo di 10.000 euro);
  • da 21 a 60 grammi di CO2 per chilometro (7.500 € ecoincentivo);
  • Da 61 a 90 grammi di CO2 per chilometro (€ 3.750 ecoincentivo);
  • Da 91 a 110 grammi di CO2 per chilometro (3.500 euro di ecoincentivo).

Tuttavia, non tutti sembrano soddisfatti del Decisione del governo rifinanziare la misura e rivedere gli intervalli per ottenere l’incentivo. O meglio dire, non tutti sono pienamente soddisfatti. Secondo l’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) il cambio di fascia è positivo, ma averlo fatto durante la gara potrebbe creare confusione tra acquirenti e costruttori. Non solo: la scelta del governo, secondo UNRAE, potrebbe in qualche modo penalizzare gruppi di veicoli con emissioni comprese tra 60 e 110 grammi di CO2 per chilometro.

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Secondo le stime del Centro Studi UNRAE, infatti, degli oltre 410 milioni di euro oggi disponibili, diverse decine di milioni rimarranno inutilizzate tra 0 e 60 grammi, mentre quelli destinati alle auto con maggiori emissioni potrebbero non essere sufficienti. In questo modo, si legge nella nota dell’Unione Produttori Esteri, si rischia di impedire un vero rilancio del settore.

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